Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza COVID-19?

Giampiero Zito: La ringrazio innanzitutto per questa intervista e per questa domanda. Per quanto riguarda lo stato di salute fisica per fortuna tutti bene. Diciamo che a preoccupare è la situazione di angoscia di alcuni familiari e dalle incertezze che gli addetti ai lavori e i media diffondono. Queste incidono sugli affetti, sullo stile di vita e sul lavoro che diventa ancora più precario per alcuni componenti.

Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.

Giampiero Zito: Ho sempre saputo che un giorno sarei diventato un manager… mi ha sempre affascinato l’idea di contribuire alla crescita di una grande azienda. Col tempo e numerose esperienze in consulenza su progetti interessanti, di diverso settore, ho capito che la parte di strategia e organizzazione oltre che un lavoro era la mia peculiarità. Ad un certo punto, però, mi sono chiesto: “perché non creare qualcosa di mio?”. Ho cominciato a studiare le evoluzioni sociali, il digitale, le reti tra professionisti, le smart communities e ho pensato di creare un contenitore, un vero e proprio laboratorio con un focus sui settori del made in Italy ma con una logica extraterritoriale di partnership con i paesi del mediterraneo– da qui il nome della società- che nonostante numerosi e interessanti progetti è fallita! Mediterraneo Lab 4.0, invece, è l’evoluzione del primo e già citato esperimento dal quale abbiamo importato le idee più innovative, rafforzandole con l’innovazione tecnologica e sociale.

Come innova Mediterraneo Lab?

Giampiero Zito: Nel 2019, dopo aver investito in R&S, decidiamo di trasformarci in start up innovativa! Abbiamo lavorato molto al modello di business ridisegnando servizi più innovativi, con attività e risorse chiave differenti, rafforzando il capitale umano e intellettuale con la partecipazione di professionisti in consulenza e depositando, in pieno lockdown, un brevetto presso UIBM che ha già ricevuto un rapporto di ricerca positivo.

In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Mediterraneo Lab e come state affrontando questa crisi?

Giampiero Zito: I danni sono stati molteplici… non abbiamo potuto erogare attività formative presso le aziende in presenza e molti progetti si sono bloccati causa incertezze normative del momento e sul futuro. Ma come detto precedentemente il lockdown e le riflessioni sul futuro ci hanno spinto radicalmente ad accelerare il processo di trasformazione digitale rafforzando i nostri assets immateriali, tutelando le ns idee innovative e puntare a costruire servizi innovativi erogati tramite software e integrati con tecnologie emergenti come la blockchain e l’intelligenza artificiale.

Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?

Giampiero Zito: Subito dopo il deposito del brevetto, sempre in pieno lockdown, si discuteva con colleghi come sarebbe evoluto il mondo della consulenza e dei servizi avanzati. Uno di questi ha deciso di investire nella società apportando capitali, know how e una decennale esperienza nel mondo formazione e ricerca. La lezione più grande? Guardare sempre avanti… essere aperto e positivo verso il futuro… e uno spiccato problem solving. Non tutto è prevedibile (COVID), ma tutto è migliorabile!

Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Mediterraneo Lab nel futuro?

Giampiero Zito: Come le dicevo, anche se viviamo un periodo di profonda incertezza, cerchiamo di prevederne gli effetti, stando molto attenti a info e dati. Gli scenari sono molteplici e bisogna saper individuare strategie giuste e le conseguenti azioni da perseguire. Abbiamo deciso di proseguire con le ns risorse alla costruzione di un grande progetto: un human resource management software 5.0! Vogliamo unire il mondo delle formazione, con quello del welfare e del tanto dibattuto smart working!

Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?

Giampiero Zito: Di competitor nel mondo ict ve ne sono molti; le ns maggiori competenze, invece, sono sul business management, organizzazione, formazione, social innovation. Ma l’esperienza e una visione integrata dello sviluppo d’impresa e della forza lavoro, abbinate alle competenze digitali di consulenti e altre risorse che stiamo per assumere, ci daranno un vantaggio competitivo enorme.

Le sue considerazioni finali su questa emergenza?

Giampiero Zito: Il tempo per chiamarla “emergenza” è passato, ahimè, da un bel po’. Alcuni effetti del lockdown e del Covid saranno permanenti: rimarranno nuove modalità di lavoro, di trasporto, di fruizione di contenuti culturali, di salvaguardia dell’ambiente, ecc. Il nostro manifesto sarà: “Think digital, Act sustainable!”

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